Banana.ch
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Per Banana.ch abbiamo sviluppato il restyling grafico dell’homepage e di alcune pagine interne sul sito web già esistente.
Oltre questo alcuni Banner pubblicitari e inserzioni per giornali
Per Banana.ch abbiamo sviluppato il restyling grafico dell’homepage e di alcune pagine interne sul sito web già esistente.
Oltre questo alcuni Banner pubblicitari e inserzioni per giornali
abianchiDesign quest’anno sarà docente per “corsi per adulti Ticino”, nel programma WordPress: Sviluppo di siti web
Il primo corso partirà il 05.03.2018 a Lugano:
https://www4.ti.ch/decs/dfp/cpa/corsi-per-adulti/corsi/form/?user_cpa_pi1%5Bidcorso%5D=17%2F18P-03-59207
Il secondo a Bellinzona il 06.03.2018:
https://www4.ti.ch/decs/dfp/cpa/corsi-per-adulti/corsi/form/?user_cpa_pi1%5Bidcorso%5D=17%2F18P-03-17206
Infine il terzo per ora previsto a Lugano dal 23.04.2018:
https://www4.ti.ch/decs/dfp/cpa/corsi-per-adulti/corsi/form/?user_cpa_pi1%5Bidcorso%5D=17%2F18P-03-59207B
Tutti e tre i corsi sono aperti a tutti, a chiunque voglia imparare ad utilizzare wordpress per creare e gestire un sito web o un blog.
I corsi hanno un totale di 12 ore di lezione, divise in quattro serate per un costo di 220chf a persona.
abianchiDesign
vi augura buone feste e un 2018 pieno di ispirazione
Per aiutarvi a passare delle buone festività, abbiamo pensato di proporvi un passatempo:
andate su www.abianchidesign.ch/gioco, scaricate e stampate il gioco e iniziate a giocare!
abbiamo realizzato questo simpatico biglietto natalizio con un piccolo gioco da tavolo interattivo tramite mobile o pc.
È finalmente online il nuovo calendario di corsi Helias 2018!
Quest’anno abianchiDesign propone 5 corsi, ben 2 corsi nuovi rispetto il 2017,
riproponiamo nuovamente il corso WordPress base (disponibile ai primi di febbraio,), il corso WordPress avanzato, un corso di Html&CSS, e le due novità, un mini-corso come creare una newsletter e Facebook e social media: opportunità per l’autopromozione.
Ricordiamo che i corsi sono gratuiti per i soci Syndicom e Syna
Maggiore é la nostra visibilità sui social, maggiore é il pericolo di ricevere feedback ostili. Ci sono categorie di pagine, o di media nello specifico, dove i commenti negativi sono all’ordine del giorno. È abbastanza probabile, per fare un esempio, che un ristorante presente su tripadvisor, abbia ricevuto almeno una volta un commento negativo, lo stesso può valere per un B&b su airbnb.
Molte volte, cancellare il commento (quando possibile), o segnalarlo, sembra la reazione più efficace, ma non lo é.
Il cliente può infatti prendere reazioni simili reagendo nuovamente, é quindi vero che un commento negativo sui social rimane per sempre, ma rimane anche la nostra risposta, e questa può valere altrettanto!
Ecco quindi alcuni consigli su come gestire questi casi:
1. Rifletti
Leggi più volte il messaggio e prenditi tempo prima di rispondere, analizza la situazione e comprendi se il commento negativo contiene una critica utile per migliorarti, se viene evidenziato un tuo punto debole o se si tratta di un caso isolato.
Cerca tuttavia di rispondere quando possibile entro meno di un giorno dall’intervento, in modo da apparire presente.
2. Pensa alla risposta
Inizia ringraziando l’utente di aver dato un feedback, se il problema non é mai avvenuto, o si presume possa essere un’eccezione o un caso isolato, rispondi specificando che il problema non é stato posto da altri utenti, e che quindi richiede un’analisi più approfondita, che verrà condotta un’indagine interna il prima possibile.
Se invece il commento evidenzia un problema noto, scusati, e comunica che utilizzerai il prezioso feedback per migliorare il tuo prodotto/servizio, o indica che stai lavorando ad una soluzione.
3. Aspetta prima di pubblicare
Non scrivere d’impulso, rileggi sia il commento sia la tua risposta alcune volte prima di replicare, e chiedi se possibile un secondo parere.
Se il feedback dell’utente contiene parole volgari o insulti, modifica il commento mascherando questi termini o segnala se puoi il commento, ma rispondi comunque scusandoti e specificando che i termini utilizzati non sono adeguati per il social network e per gli altri utenti.
4. Diversifica
Spesso grandi compagnie che offrono supporto su Twitter, commettono l’errore di rispondere a tutti i commenti o feedback allo stesso modo (esempio “Buongiorno Luca, stiamo lavorando al suo problema, le faremo presto sapere”), in alcuni casi, senza poi dare una soluzione effettiva.
Anche nei commenti negativi, se capita di ricevere più volte lo stesso report (o comunque report simili), tenta di scrivere comunicando in maniera differente per ogni utente.
5. Invita a ripassare
Se o quando il problema é stato risolto, comunica nuovamente al cliente invitandolo nuovamente nella tua azienda/ristorante, per verificare che in effetti il problema sia risolto, e che la sua esperienza sia migliorata.
Una delle ultime notizie indica che a partire da ottobre potrebbe essere testato un servizio di sottoscrizione alle news direttamente tramite Facebook.
Il digitale ha già rivoluzionato l’editoria negli anni, sono sempre più piattaforme ad offrire l’abbonamento digitale in aggiunta (oppure in sostituzione) all’abbonamento tradizionale.
A quanto pare in futuro, questa possibilità ci potrebbe essere fornita direttamente tramite facebook, pagando un servizio di abbonamento all’editore interessato, ci sarà permesso quindi vedere alcune notizie “premium”, che, per chi non é iscritto saranno probabilmente bloccate.
Per ora si parla di alcuni test che potrebbero iniziare con alcuni fra i più importanti giornali, ma in futuro potrebbe essere realtà anche per gli editori più piccoli.
http://www.corriere.it/tecnologia/social/17_luglio_19/ottobre-arrivano-notizie-pagamento-facebook-3d1a1158-6c53-11e7-adf5-09dddc53fe2d.shtml?refresh_ce-cp
Le newsletter sono uno strumento di comunicazione efficace, anche se si pensa abbia lasciato il posto (in quanto risultati), ai social network.
Eppure, hanno alcuni elementi che sono differenti dai social, e questi possono essere sfruttati e calcolati quando creiamo un nuovo aggiornamento per mail.
Intanto, ovviamente, l’invio avviene unilateralmente, ossia, al contrario dei social, gli iscritti alla nostra newsletter non possono comunicare fra loro, ma possono commentare o dare un feedback unicamente a noi.
Secondo, é una comunicazione che possiamo direzionare come preferiamo, sui social se scriviamo un post, non é detto che gli utenti trovino o clicchino sul contenuto, neanche se é in promozione tramite advertising.
Con le Newsletter invece possiamo decidere di dare agli utenti (come solitamente viene fatto) solo alcuni input molto chiari (acquista ora, ricevi ora l’offerta, visita il sito,..).
La questione complicata é però convincere l’utente ad aprire la mail, quindi é chiaro che il titolo richiede uno studio importante.
Per una newsletter di successo, che spinge l’utente ad aprirla e in seguito ad acquistare, il titolo probabilmente fa il 50% del lavoro.
Ecco quindi alcuni consigli per creare una newsletter attrattiva:
Il titolo della newsletter deve essere breve, a dipendenza che si visualizzi la mail su desktop o su mobile il titolo può non essere mostrato completamente, é quindi indispensabile che le informazioni chiave siano inseriti all’inizio.
Ci sono alcuni metodi che fanno leva sulla psicologia per attirare l’attenzione degli utenti, una di queste é porre domande (es: Come puoi fare per risparmiare tempo?, Come ho fatto a guadagnare X euro in X giorni?,…), la seconda é invece dare dei call to action chiari (Hai ancora 2 giorni per approfittare dell’offerta, 50% di sconto per tutto il mese di agosto, Scarica il tuo ebook adesso!,..)
Talvolta anche utilizzare il nome del cliente può essere efficace (es: Luca, scarica ora il tuo ebook)
Se nel titolo indicate dei benefici nell’utilizzo/acquisto del vostro prodotto, inserire dei testimonial, o delle video testimonianze può aumentare la reputazione e la sicurezza dell’utente.
Anche nel contenuto non utilizzate troppi caratteri per descrivere la novità ma siate piuttosto sintetici, indicando le informazioni più importanti
la call to action principale, ossia il link a cui vuoi maggiormente indirizzare i tuoi utenti deve essere evidente rispetto agli altri link, e in prima posizione, evita di inserire altri link o pulsanti prima di esso.
Anche la call to action deve avere un messaggio conciso ma attrattivo “Clicca per acquistare” “Risparmia subito”,…
Crea un design che non distrae dal testo, il testo deve essere leggibile, e ci deve essere una gerarchia visiva nella newsletter (i prezzi devono essere evidenziati, i titoli,..)
Utilizzate immagini di qualità e che siano accattivanti, stando però attenti anche al peso dell’immagine.
Utilizza colori più caldi per la Call to action e dove ci sono eventuali prezzi.
Inserisci in fondo pagina le icone con i link ai social, in modo da aumentare possibilmente anche la fanbase.
Nel web le tecnologie e gli strumenti a disposizione sono ogni giorno più numerosi e adattabili alla nostra strategia.
Il blog é un canale di comunicazione che conosciamo da anni, tuttavia sono poche le aziende che investono in un blog aggiornato.
I tempi che richiedono la creazione di contenuti e l’aggiornamento sono i principali punti a sfavore che inducono i brand a non creare un blog aziendale, come anche il fatto di avere pochi contenuti.
Nonostante la forte evoluzione dei social negli scorsi anni, tuttavia, i blog rimangono uno strumento importante per diversi motivi:
Ci sono sicuramente anche dei motivi per NON creare un blog, ad esempio se é impossibile creare e condividere contenuti con regolarità.
Negli ultimi mesi in Ticino (e nel resto della Svizzera) son comparsi dei manifesti molto discussi di McDonald’s, che promuove le sue ultime offerte utilizzando dei meme.
I meme sono contenuti che nascono in rete, solitamente curiosi, attrattivi e/o demenziali, che sono diventati in breve tempo virali.
Tanto virali che osservando i post presenti fra le nostre amicizie su Facebook o su altri social, é improbabile non essere mai incappati in nessuno di questi.
a rendere virali queste immagini, é stato anche il fatto che da un “originale” sono nate tantissime intepretazioni o parodie, i meme più famosi sono quelli che ritraggono Willy Wonka, Boromir e Grumpy Cat, ma anche i politici come Obama o Trump non sono passati inosservati.
Con la nascita di questa tendenza, molti brand hanno cominciato ad utilizzare questo tipo di linguaggio per attirare clienti (in particolare rivolgendosi ad un target giovanile), fino a quando non si é iniziato a parlare di memevertising.
In Ticino la campagna di McDonald’s non é però la prima ad aver utilizzato i Meme, qualche anno fa anche il Dipartimento delle istituzioni se ne era servita per la campagna Guidi o bevi.
Gli esempi oltre Svizzera sono anche numerosi, la strategia é proprio quella di raggiungere un numero di utenti elevato, con un costo economico-creativo molto basso, cavalcando l’onda dei trend.
Cosa ne penso?
Nel caso di McDonald’s penso che la campagna non é stata forse particolarmente apprezzata perché non é stato utilizzato uno dei meme più riconosciuti (questo probabilmente per una questione legale).
Chiaramente non tutti i brand, né tutte le campagne si prestano ad utilizzare questi contenuti sui manifesti, bisogna avere un obiettivo e un target specifico, ed essere anche a livello di tempistica coerenti con quanto si pubblica (se oggi sono più utilizzati i meme con Willy Wonka, potrebbe essere compromettente usare Gangnam style con anni di ritardo…
A mio parere questo é solo il primo passo con cui i social influenzeranno le pubblicità fuori dallo schermo, bisogna saper cogliere il momento giusto, utilizzare la creatività, ma anche saper quando é meglio non creare una campagna basata sul memevertising.
Oggi il fatto di avere a disposizioni strumenti come i vari media, ci spinge a creare un piccolo spazio anche per il nostro brand.
Questo quasi senza pensarci, “tutti hanno facebook” allora in automatico dobbiamo esserci anche noi.
Creata la pagina o canale, cosa che richiede comunque poco tempo (dal lato tecnico), sbattiamo contro un muro.
E ora?
Cosa scrivo?
Si può evitare questo momento di vuoto dello scrittore, ponendoci la domanda prima di cliccare su “registrati”.
Cosa scrivo? Cosa voglio comunicare? Per quale motivo ho bisogno dei social network?
Ecco quindi 5 considerazioni che possono essere utili nelle varie fasi della gestione di questi media.
Spesso sui social si tende a gestire la propria pagina ispirandosi ai contenuti o alla strategia di altri brand.
Questo chiaramente é importante per capire i trend del momento, o come si muovono i nostri concorrenti, tuttavia bisogna puntare a creare una presenza e un’esperienza per i lettori che sia unica.
Unico e migliore sono due aggettivi diversi chiaramente, una pagina che promuove biscotti può essere “peggiore” di un grosso brand, ma può pubblicare contenuti che non si trovano su altre pagine.
Per essere unici occorre anche creare un piano editoriale, creare un post eccellente, non serve se poi blocchiamo l’intera presenza per settimane o mesi, come non serve se il post di qualità fantastica é seguita da contenuti scarsi.
Calcolando il tempo che bisogna investire per seguire anche solo un canale social, 4/5 del tempo vanno investiti in produzione dei contenuti, non si può promuovere senza contenuti di qualità.
Se non siamo disposti a creare un piano editoriale e ad investire tempo per la presenza sui social, risulta inutile persino scrivere un post al mese.
La presenza va quindi studiata con i seguenti componenti:
– Piano editoriale
– Tono (avremo un tono serio e autoritario, o moderno e scherzoso?)
– Punti chiave (perché qualcuno dovrebbe leggere i nostri contenuti?)
– Comprendi i tuoi obiettivi (apri canali solo per attirare like, o hai obiettivi concreti?)
Scrivere o pubblicare sui social non equivale a farsi ascoltare.
Prova ad analizzare un contenuto prima di pubblicarlo, come se fosse la prima volta che lo vedi: Il contenuto ti attira? quanto tempo gli dedicheresti?
Chiedi pareri ad amici o follower sui contenuti che crei, monitora i risultati per comprendere quali contenuti sono effettivamente interessanti e perché.
Non preparare i contenuti pensando a come sono meglio per l’azienda o per te, ma pensa a come il testo possa essere maggiormente comprensibile e coinvolgente per gli utenti.
Ricordati che scrivi per le persone, non per i Like!
La tua strategia non ha funzionato? un post ha attirato pochi like?
Pazienza, é importante non abbattersi, specialmente in fase iniziale.
Un post può non aver avuto la visibilità che speravi per tante condizioni diverse, occorre quindi provare e riprovare.
Sperimenta creando nuovi contenuti, nuove idee, nuove tecnologie o nuovi media.
I social sono in costante evoluzione, spesso nel giro di qualche giorno una funzionalità che fino al giorno prima trovavi in una determinata posizione, il giorno dopo é stata spostata altrove, implementata, o magari eliminata.
Occorre quindi anche stare al passo con quello che i social propongono.
In generale come detto prima, se non si ha tempo da dedicare ai social network potrebbe non essere produttivo aprire nessun canale o pagina.
Prima di creare qualsiasi presenza fermati a pianificare quanto tempo puoi dedicare.
1 ora al giorno, a settimana, al mese? Da qui determina quale tipologie di contenuti puoi offrire e quanto tempo ti occorre per produrli, se é fattibile e realistico, determina quali canali si prestano maggiormente ai tuoi contenuti, e su quali hai più possibilità di centrare il tuo obiettivo.
Non esiste solo Facebook, a dipendenza del tuo obiettivo e contenuti, gli altri social possono essere più indicati.
In un secondo momento potrai pensare di promuovere il tuo brand a pagamento, non spendere soldi se non hai un contenuto e un advertising veramente di valore.
Per quanto riguarda i social (almeno), cancellate questa frase, totalmente.
Qualunque cosa scrivete sui social rimarrà per sempre, potrete cancellarla dal vostro account, ma rimarrà per sempre nei ricordi dei vostri lettori, o ancora peggio, in rete.
Il caso Melegatti é un chiaro esempio di questo concetto, a distanza di anni il popolo del web ricorda ancora la gaffe svolta durante questa campagna.
Gli utenti hanno continuato per mesi a mostrarsi indignati per la comunicazione di Melegatti, e nel web é ancora ricordato come pessimo esempio di gestione social.
Prima di creare autonomamente la propria presenza sui social può essere interessante avere una formazione sul tema, frequenta un corso o chiedi una consulenza.